Ancora errori arbitrali, ancora polemiche.
Che gli arbitri possano sbagliare è fuori di dubbio e discussione.
Tanti i fattori che possono influire sul loro cattivo giudizio:
- la velocità del gioco attuale;
- atteggiamenti dei calciatori che spesso simulano interventi fallosi;
- buchi neri su interpretazioni del regolamento.
E' innegabile, però che gli errori oltre a ripetersi troppo frequentemente, sono anche grossolani.
La scelta di Nicchi e Braschi come Presidente e designatore mi ha sempre lasciato molto perplesso, entrambi, infatti erano piuttosto scarsi come arbitri, soprattutto Nicchi.
Più opportuno designare qualche personalità del mondo arbitrale più autorevole.
Gli arbitri di serie A sono attualmente una ventina e nesuuno di loro emerge come bravura e personalità.
Lo stesso Tagliavento, considerato il migliore in assoluto, ormai è diventato autoreferenziale per cui spesso si erge a protagonista delle partite, e non parlo di Milan Juventus e del gol fantasma, ma di tutte le sue ultime direzioni.
Rocchi ne combina una a partita, Valeri è troppo suscettibile, Banti scarso, Giannoccaro influenzabile, Rizzoli fa finta di non vedere niente, Damato una l'imbrocca e due no, Russo quando sbaglia combina dei disastri, Gervasoni fa l'autoritario, Guida è inesperto.
Insomma arbitri bravi non ce ne sono, i dirigenti arbitrali sono troppo protettivi e il movimento non decolla.
Credo che per poter risolvere una volta per tutte il problema, se il mondo del calcio si ostina a non voler utilizzare la tecnologia, non vi è che un modo: quello di adottare il sistema dello sport professionistico americano.
Negli Stati Uniti gli arbitri sono professionisti e non dipendono, come in Italia dalle Federazioni.
Gli arbitri più bravi guadagnano di più e vengono chiamati ad arbitrare spesso, quelli scarsi non vengono più chiamati ad arbitrare.
In questo modo , non si azzererebbero gli errori, ma ci sarebbe una selezione dei migliori e uno sprone per chi scegliesse la professione di arbitro a migliorarsi.
Accadrà mai cio'?
Non credo.
Alla Federazione resta solo questo ultimo potere da sfruttare se non vuole che la Lega dei Presidenti prenda definitivamente il sopravvento nella gestione del calcio.
Una siffatta organizzazione ha portato a calciopoli che altro non era che il tentativo di condizionare gli arbitri e i loro dirigenti.