La crisi del calcio italiano

venerdì 19 novembre 2010

Squadre di club deboli in Europa, Nazionali che a tutti i livelli collezionano risultati negativi. Ranking internazionale sempre più basso.
E' la peggiore crisi del calcio italiano.
I motivi sono molteplici, da quelli più banali relativi a un momento contingente o al cosiddetto ricambio generazionale, a quelli più profondi che fanno riferimento ai mancati investimenti sui settori giovanili e all'invasione degli stranieri.
E' indubbio che le regole attuali non aiutano le società che anche quando riescono a formare un potenziale campione se lo vedono strappare dalle squadre più forti con la complicità di manager senza scrupoli.
La Federazione è corsa ai ripari coinvolgendo personaggi del calibro di Rivera, Sacchi e Baggio , ma l'operazione sembra più essere uno scudo per il Presidente Abete  che la risoluzione dei problemi.
Il  vero nodo sta nei ruoli di Federazione e Lega.
La Lega calcio rivendica un ruolo sempre più importante, mentre la Federazione non vuole perdere potere.
Fino a quando esisterà questo stato di cose il calcio italiano vivrà tempi sempre più bui.
Ci vorrebbe un atto di coraggio, affidando tutta l'organizzazione della serie A alla lega, con arbitri professionisti.
Tutto il resto del calcio dalla serie B a scendere sotto la diretta organizzazione della Federazione con regole che obblighino le squadre a schierare giovani calciatori e nessun extracomunitario.
Chiaramente per consentire i dovuti investimenti non ci dovrebbero essere retrocessioni dalla A alla B.

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