Una delle più tristi vicende nella vita sportiva di un campione è il suo declino.
Maradona, Borg, Tomba, Michael Jordan, Carl Lewis sono i primi nomi che mi vengono in mente.
Nei loro sport tutti dei numeri uno, eppure anche per loro è giunto il momento dell'addio.
E' difficile, comprendere qual è il momento giusto per ritirarsi, qualcuno lo ha fatto con largo anticipo, qualcun altro ha aspettato troppo, masono sicuro che il "Campione" conosce il momento esatto in cui non è il più forte.
Una consapevolezza che non sempre viene accettata dalla mente, per cui si vedono carriere che si trascinano, senza senso Certo ogni tanto, ma sempre più sporadicamente l'antica classe risplende, ma sono solo episodi.
Anche Valentino Rossi è un campione.
Un campione assoluto, di quelli veri, accettati e riconosciuti anche dagli avversari.
Valentino è stato il più forte, forse oggi in cui dichiara si sentirsi ancora tale, non lo è più.
Con questo non dico che si debba ritirare o che non sia più idoneo a guidare una moto vincente, dico solo che il tempo è passato pure per lui.
Nuovi atleti emergono, con motivazioni più forti, con fame di vittorie, disposti a maggiori sacrifici, disposti soprattutto a correre maggiori rischi.
Chi corre in moto o in auto sa bene che giunge quel momento in cu, il raziocinio conta più del cuore, per cui si percepisce il pericolo e fatalmente si va più piano.
Vale resterà per sempre nella storia del motociclismo e ci regalerà altre vittorie esaltanti, ma forse oggi non è più il numero uno.
Ma Valentino Rossi è ancora il più forte?
sabato 22 ottobre 2011
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