Linderella

La favola di Jeremy Lin continua..

Anche ieri sera contro i campioni in carica dei Dallas, Lin gioca una splendida partita, consentendo la vittoria dei Knicks.

E così a soli 15 giorni da quel 4 febbraio, giorno in cui fece il suo ingresso in campo, a New York è scoppiata la Linsanity, la follia per Jeremy Lin.

Certo che per gli Americani, sempre alla ricerca di quel sogno che consente a chiunque di diventare"qualcuno", la storia di Lin deve essere un qualcosa di speciale.

Questo ragazzo che si confronta con i mostri sacri del basket NBA e che riesce a realizzare canestri, fornire assist, diventare un fattore determinante per le fortune della sua squadra, pur non avendo i requisiti del campione è un fatto del tutto sorprendente.

Lin,  non ha un fisico da superman, essendo alto solo un metro e novanta, non ha particolari doti tecniche, infatti spesso perde palla anche in modo banale, non è classificabile come un tiratore, ebbene malgrado ciò, almeno in questo periodo in cui è stato chiamato in causa, riesce a centrare canestri impossibili, fornire assist al bacio ai suoi compagni.

Un mistero che rallegra e che dà speranza a tutti coloro che troppo presto si arrendono.

Lin non si è arreso anche quando le circostanze avrebbero suggerito di abbandonare il basket.

Ha perseverato Lin, continuando ad allenarsi e ad inseguire il su sogno.

Come in una favola e forse più ad un certo punto il sogno diventa realtà. 

Tutti i media americani lo rincorrono, i tifosi lo acclamano, la comunità cinese impazzisce di gioia.

Lin diventerà l'idolo di tutti quei ragazzi che vogliono sfondare nello sport, ma ache non si sentono all'altezza, diventerà l'icona del posso se voglio.

E' simpatico Lin, perchè è la normalità che si erge al di sopra dell'eccezionalità.

E anche se la sua parabola vincente sarà breve, Lin avrà dimostrato a tutti noi che per realizzare grandi cose bisogna pensarle, desiderarle ardentemente e agire con tenacia e perseveranza e questo vale non solo nel basket.