Amatissimo, malgrado non abbia mai vinto nulla di importante, simpatico a tutti, meno che agli juventini, trasgressivo, innovatore.
Questo un succinto ritratto di Zeman.
Quest'anno è alla guida della Roma, voluto fortemente dai tifosi, anzi quasi imposto dai sostenitori giallorossi a una dirigenza alquanto titubante sulla scelta di affidare la squadra al Boemo.
Dopo un esordio balbettante, ecco il primo botto: vittoria fuori casa contro la nuova Inter di Moratti.
Il povero Stramaccioni, il giovanissimo allenatore nerazzurro, a fine partita sembrava un pugile suonato, la Roma di Zeman non gli aveva fatto capire niente.
Zeman, invece ha sfoggiato il suo solito aplomb, nei commenti post partita, dando l'eterna impressione di essere in un altro mondo, ma attento e caustico al momento opportuno.
Anticonformista per eccellenza, Zeman, nella sua carriera ha sempre avuto il coraggio di affermare le sue verità, senza paura, senza ipocrisie. Il Boemo è amato, perchè è quello che spesso noi stessi vorremmo essere.
Quante volte, per timore di inimicarci il potente di turno, per vigliaccheria o solamente per puro calcolo, abbiamo deciso di "non parlare", di far finta di niente. Ci siamo convinti che quella era la scelta migliore, consapevoli, però che il nostro era un agire da vigliacchi.
Zeman, come ha affermato il Presidente del CONI Petrucci, dice quello che un pò tutti pensiamo, ma che non diciamo, per questo gli vogliamo tutti bene (tranne gli Juventini).
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